[20 Agosto 2010]
Cara Scema,
ti scrivo perché vederci è pressoché impossibile, ma ciò che ho dentro mi tormenta, rende le mie giornate buie ed interminabili.
Ricordo ancora il giorno in cui ci siamo conosciuti. Forse per te inizialmente era un gioco, ma io presumevo già ciò che ci aspettava: io che ti svelavo il mio amore Domenica 14 Febbraio, io e te che il 28 Marzo andiamo a vedere Alice in Wonderland in pieno giorno, che ci prendiamo un gelato da Grom, che ci baciamo per la prima volta su Ponte Vecchio dopo numerose difficoltà ed incertezze. Consci dei pericoli che correvamo abbiamo accettato la sfida, ce ne siamo fregati di tutto e di tutti, eravamo io e te. Ora però bisogna aprire gli occhi, bisogna diventare grandi: questa storia non può andare avanti. Io ti amo, ma come ti ho già detto “amare qualcuno significa anche saper lasciarlo andare”. Non nego che dopo ciò che mi hai detto a Giugno, quando ero al corso di sopravvivenza in mare ad Alghero, su quello che era successo a Febbraio tutto è cambiato, in peggio forse, ma non mi sono più ripreso. Si dice che “il lupo perde il pelo ma non il vizio” ma so per certo che tu con i lupi non hai niente a che fare, perché sei la mia cara, dolce, morbida e piumosa pulcina. Non avevo compreso ciò che ti aveva spinto ad agire in tal modo, ed ancora ora lo ignoro.
Mi hai detto poi che quando stiamo assieme ti metto in soggezione. Beh, soggezione non credo sia la parola adatta, è una parola forte, indica l’insicurezza verso una persona di cui non ti fidi. Ma vedi? Verso di me tu non sei spontanea, sei titubante, non sai cosa fare. Ti scrivo adesso anche perché tu possa capire che non ti ho voluta usare, che non sono come tutti gli altri, che ti voglio bene. Voglio che il tuo fiore possa essere raccolto da qualcuno che ti auguro sarà per sempre.
Quando sono con te provo continui sentimenti ma le sensazioni sono andate via via scemando: non sussulto più quando mi parli, non mi emoziono come prima quando mi baci. Non ti dirò che non è colpa tua perché non è vero. E’ colpa di entrambi e delle circostanze. Durante le vacanze siamo lontanissimi e non ci vediamo praticamente mai. Ho paura che tu trovi un altro, che tu possa non dimenticarmi ma farmi del male lo stesso. Quest’anno poi sarebbe l’ultimo che potremmo “passare insieme” (sempre con molta discrezione e con molti pericoli, forse ancora di più che l’anno passato). E dopo? Ci hai minimamente pensato? Che io vada a Pozzuoli o no tu non sarai a casa ad aspettarmi, non potremo vederci mai, se non quelle due o tre volte l’anno.
Mi spiace ma non voglio farti stare male più del dovuto.
Ti amo,
tuo Maicol.

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