[21 Novembre 2010]
Perché? Una grande riflessione si apre sempre con un grande interrogativo. Purtroppo il più delle volte non troviamo soluzione a ciò che più ci tormenta. Si, sei tu a tormentarmi. Sei ghiaccio sulle mie guancie rosse, una palude per il mio cuore.
Ti ricordi quella sera? Eravamo ragazzi, ci amavamo. Ci eravamo persi sotto la neve che, candida, fioccava dal cielo ed accarezzava dolcemente le nostre labbra; persi nei nostri baci. In quel momento mi veniva iniettata nel corpo una dose eccessiva di adrenalina pura, per il pericolo che correvamo, per amore.
Mi difendevi, litigavamo, scherzavamo anche quando mi sono allontanata solo fisicamente da te. Ci incontravamo di sfuggita, come quella volta in un Hotel di Roma per una notte passionale, tu ed io. Ora però sono confusa. È arrivata lei, quella sera ti ha stregato, il tuo appetito non ha retto, appetito perché quella storia non è andata oltre quella sera.
Schiavo, schiavo della vergogna mi hai evitata, seppur sapessi che nel più profondo io ti avevo già perdonato tutto. Nulla è come prima, anche se speravo nel contrario. Non so se per orgoglio o se per paura di un futuro diverso da quello che ti aspettavi hai deciso di ritornare ragazzino, ma devi aprire gli occhi, devi reagire. A me non resta che dormire, dato che sei stato solamente un sogno, ed io lì e lì soltanto posso essere felice, con te.
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