[13 Maggio 2010]
Il mio cuore canta, emula il suono delle trombe angeliche. Con un ritmo alquanto coinvolgente coadiuva la mia circolazione sanguigna, rendendo calde e frementi le mie membra stanche. Prima ero malato: la solitudine si dice uccida, soprattutto quando si è lontani da casa. Ma tu, tu sei la panacea ai miei dolori, sei la mia edenica e catartica cura. Amor non è più empio, non mi mette più in condizioni di impasse. Mi rende felice, sicuro, carico di energia. Tutto ciò con un tuo mero sguardo. Marroni come le montagne, i tuoi occhi ascendono insieme a quest'ultime nel mio cuore, colmando uno spazio che non potrà mai essere svuotato. Il colore dei tuoi capelli mi ricorda quello del caffè tostato da me tanto amato, ed il tuo profumo è assimilabile a quello dei prati in fiore, che, quali miei ricordi puerili, colorano la mia anima.O Venere, grazie delle tue visite melliflue e gradevoli. Ringrazia anche il tuo fratello Bacco che, nei giorni in cui tu sei assente, mi aberra dalla mia vita quotidiana con balli, canti e risate. Rosso è il sangue che scorre nelle mie vene, che gira e rigira facilmente nel mio corpo. Rosso è quel buon vino, contenuto nella botte piccola, che gorgoglia zampillando briosamente dal rubinetto. Innalziamo i calici all'Amore, miei prodi amici, e brindiamo alla felicità che esso apporta agli uomini. Lasciamoci alle spalle i brutti momenti e le tristezze della vita.Ora è già mattina. Gli ultimi ricordi della sera appena passata sono quelli trascorsi in compagnia chi mi vuole bene. Ora però mi accorgo che loro non ci sono, pure Bacco non c'è più. Ora, or solo mi rendo conto che in realtà anche la mia cara Venere è lontana; ciò che io vedo è solo illusione... Mi ritrovo immerso in un lento-Scat-Melancolico....
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