sabato 25 febbraio 2012

Sull'egoismo del mondo

[21 Maggio 2011]


Scrivo questa mia breve trattazione per mostrare, a chi ha intenzione di seguire il mio ragionamento, come l'egoismo sia il motore primo di questo mondo. Esso prevale su ogni cosa e persona, volente o nolente che sia. Molti di voi mi reputeranno uno di quei tanti pazzi che vogliono vendere un Cristo morto di freddo, ma solo perché non vogliono aprire la mente, si fossilizzano nelle loro infondate credenze. Altri potranno considerare le mie parole profetiche, ma se per un attimo avranno visto la luce, subito richiuderanno gli occhi, ricadendo nell'oscurità della tradizione. Forse è vero che io sia un folle che decreta la caduta di ogni valore, ma in primis sono un vostro amico che vuole riportarvi indietro dalla terra dei sogni.
Come ci si può aspettare che l'uomo non sia egoista se esso stesso è composto da mera materia? Essa tende a raggiungere gli stati che le fanno più comodo, che le permettono di raggiungere un livello di maggior equilibrio. Con l'aumento dell'entropia, un qualsiasi sistema preferisce passare da situazioni con elevato contenuto di energia potenziale, a situazioni più stabili. E così, come essa, l'uomo. Ma procediamo con calma.
Partiamo da qualcosa di ancestrale, che precede ogni pensiero: l'istinto. Che cos'è esso se non una manifestazione congenita che ha il compito di preservare l'individuo? Ci permette di sopravvivere a ciò che è non-io, ma anche a noi stessi. Esso è insito alla nostra persona, non possiamo sfuggirgli totalmente, al massimo possiamo tentare di reprimerlo. Tuttavia esso avviene a discapito di qualcos'altro o addirittura di qualcun altro. Non può essere che una forma di egoismo.
All'istinto segue il risentimento. Con l'intromissione del ragionamento, dopo quindi aver discusso a proposito del bene e del male, del morale e dell'immorale, veniamo lacerati dall'ingiustizia di alcune nostre azioni che non rientrano nella sfera del giusto. Ci affidiamo alla religione per sottrarci al rimorso, per ottenere o guadagnare la purificazione della nostra anima e garantirci un posto nel Regno dei cieli. Bisogna però riflettere su ciò che comporta quanto detto. Il bene è soggettivo e relativo, quello che è bene per alcuni, seppur essi ricoprano la maggioranza parziale o assoluta dell'umanità, non è il Bene. Rimpianto è quella sensazione di dispiacere, per non esserci comportati in altro modo, che agisce come oppio sul nostro spirito, tenta di alleviare il dolore per il senso di colpa con altro dolore. La religione è lo spacciatore che ci facilita la vita, ma crea dipendenza. Per essa siamo addirittura pronti a sacrificare la nostra libertà. Assumiamo le sue sostanze, le sue pillole per stare meglio. Ci fumiamo il cervello per essere più in pace con noi stessi. Ditemi allora se questa non è una forma di egoismo.
Si ritiene che l'amore e l'egoismo siano rotaie parallele che vengono collegate esclusivamente dall'amore per noi stessi. Non è così. Seppur solo l'amore per se stessi appaia quale espressione egoistica, l'amore tutto è intriso di egoismo. Certe persone vogliono il bene del prossimo, predicano la fratellanza, la pace. Ma non si accorgono che queste sono le parole dell'egoismo stesso? Già solo la frase “non fare agli altri ciò che non vorresti ti venisse fatto” dovrebbe far intuire alla gente che essa non è altro che ottima erba che le fa belare, un ipocrita stratagemma che esalta l'egoismo. Anche se tutto ciò avvenisse inconsciamente, in sintesi si fa del bene agli altri affinché noi possiamo raggiungere la felicità. Un'altra forma di egoismo.
Potrei rimanere qui a fare molti altri esempi, ma ce ne sarebbero troppi da elencare. Ritengo che quelli proposti siano sufficienti per far comprendere la mia tesi. Concludo dicendo che non bisogna additare la gente che riconosce l'esistenza del Regno dell'egoismo, in quanto non è maligna. Essa infatti può sfuggire dalle seducenti parole degli altri, per condurre una vita piena, ma soprattutto consapevole.

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