domenica 16 settembre 2012

Aftercrash

[15 Settembre 2012]

Come mi fa strano. Per la prima volta scrivo direttamente su un foglio elettronico, senza ricorrere alla cara vecchia carta; non per forza bianca, magari uno scontrino o, addirittura, un pacchetto di sigarette.
Trovo tutto ciò maledettamente normale, perché, d'altronde, tutto cambia. Cambia così velocemente che neanche te ne accorgi. Cambia così velocemente che un attimo prima sei vivo e poi, subito dopo, muori. Cambia per il tuo volere, per il Fato, per colpa degli altri. È tutto così contorto e controverso.
È per colpa di qualcuno che sono cambiato materialmente. La sostanza di cui sono composto si è piegata, spezzata, tagliata, dinanzi alla violenza di un impatto avvenuto esattamente un mese fa. Proprio mentre ero al settimo cielo perché:
-ero finalmente in vacanza
-la sera prima avevo assaporato per la prima volta la dolce lingua russa
-era ferragosto
-erano usciti i risultati di un concorso al quale ero arrivato primo e per il quale avevo sofferto, sudato, ero deceduto un po',
qualcuno mi ha tolto il pavimento dai piedi e mi ha lasciato cadere, fino ad essere inghiottito dalle fauci infuocate del centro della Terra.
Esattamente un mese fa per la distrazione di qualcuno il mio viso si è frantumato, come fanno i bicchieri di cristallo quando, per un brindisi un po' troppo acceso, il cin cin è troppo brusco; e sono tornato bambino; e sono diventato vecchio; e sono rimasto lo stesso di sempre.
Ho mantenuto la calma, anche quando sarebbe stato necessario mettersi le mani fra i capelli, in quanto disperarsi non avrebbe risolto la situazione e non mi avrebbe aiutato psicologicamente e fisicamente a guarire. I miei cari non comprendevano come facevo ad affrontare il tutto con freddezza e agli occhi del dottore italiano mi comportavo così perché, per ignoranza o ingenuità, non avevo colto a fondo la gravità della situazione. Ma io l'avevo percepita già in Egitto. Nonostante mi avessero ricucito, fatto radiografie e TC, secondo i medici arabi non mi ero fatto nulla: era tutto ok. Il gonfiore, per loro, era semplicemente dovuto alla botta; ma lo sapevo che o mi mentivano o erano proprio dei medici del cazzo.
Ho perso sangue, sono stato bucato ripetutamente da aghi di differenti dimensioni e con diverse finalità, ho perso parti di osso (di cui: alcuni frammenti sono rimasti nel labbro per la mancata professionalità dei dottori egiziani; altri asportati saggiamente in Italia), ho inglobato pezzi di acciaio.
Ringrazio la vita di avermi apportato esempi negativi e positivi, di avermi nutrito di esperienze densamente disuniformi e cariche, di avermi circondato di persone che mi amano e di altre che mi odiano, di avermi tatuato le parole di celebri e sconosciuti scrittori. Non sarei riuscito ad affrontare tutto questo.
Ho imparato:
-come ci si sente ad essere ad un passo dalla morte
-come si sente una bambola di pezza rotta che viene ricucita
-come si sente l'omino de L'Allegro Chirurgo ad essere maneggiato da un bambino completamente incapace e la felicità di venire salvato da qualcuno altamente competente, o che comunque usa il cervello
-come si sente un cane con la museruola
-come ci si sente a parlare la stessa lingua e non essere compresi
-come si sentono i vecchi senza denti che sono costretti a mangiare con la cannuccia
-come si sente una tavola da snowboard quando si tolgono le viti degli attacchi
-COME CI SI SENTE...
Probabilmente ho ancora il cervello shakerato dall'incidente; i miei pensieri sono stati frullati come il cibo che ho mangiato per due settimane ed ora le frasi e le parole sgorgano come pagine di un libro strappate e rincollate a caso.
E dopo tutto
sono ancora qui
ad inseguire il mio sogno.

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