sabato 1 settembre 2012

Crestomazia di Sogni - Pt. I

[1° Settembre 2012]


A volte succede che, quando mi sveglio, ciò che ho appena sognato mi appaia così vivido e poco evanescente da risultarmi inciso nel cervello.


29 Marzo 2012 - Io e l'Altra


Mi trovo all'estero, presumibilmente in Inghilterra. Per comprare gli alcolici si necessita di una maggiore età compiuta già da qualche anno. In possesso ti tale requisito, posso tranquillamente prendere qualsiasi cosa. Un uomo allora mi dà una sorta di documento, una "patente per l'alcol".

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Studio in Francia, probabilmente a Lione. Mi reco a Parigi per prendere parte ad una festa e, arrivato, cerco parcheggio. Il parcheggio è una lunga strada sterrata, accompagnata ai lati da alte siepi squadrate. Guido una macchina lunga, simile a quella di mio padre, e mi diverto a prendere velocità ed a sgommare. In lontananza vedo un posto libero. Però lo notano anche dei Carabinieri che, a loro volta,  stavano cercando dove parcheggiare. Incomincia così una corsa per accaparrarsi il posto. Non sportivamente, iniziano a spararmi contro. Inspiegabilmente mi ritrovo fuori dalla macchina e vedo un cane, che nel sogno reputo mio. I Carabinieri gli sparano e lo colpiscono in pieno.  Nonostante il cane non si sia fatto nulla, i Carabinieri puntano la vettura contro di lui per investirlo. Per salvarlo, vengo investito e muoio sul colpo. In realtà non muoio del tutto. Infatti resuscito nelle vesti di una donna. Mia madre mi chiama per raccontarmi dell'accaduto e rimane sconvolta quando scopre che sono io il giovane italiano che è morto.

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Nella mia testa si susseguono, come in una presentazione di Power Point della Briga, delle foto che ritraggono case di montagna ornate con nani delle più svariate dimensioni e con le grondaie che, gocciolando, creano cascate di ghiaccio che poi si risciolgono. Tra queste vedo la presunta casa della Pucci.

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Vado in palestra, però non sono più donna. Incontro alcuni miei ex colleghi tra cui Hippo, la quale fa la bulla con i pesi, e Fracchia, il quale ha i capelli bianchi. Il proprietario della palestra mi regala due creme per i muscoli da mettere fra un esercizio e l'altro: una per uomo ed una per donna.

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Mi ritrovo di fronte alla mia vecchia casa a Cervinia insieme ad un vecchio ed al Pezz. Mentre cerchiamo di prendere delle bacche e dei semi, cadiamo in un cespuglio rovoso. Quei frutti ci servivano da mandare in una capsula del tempo (avevo avuto un flashback poco chiaro su Hiro Nakamura che non era a conoscenza dell'amore di suo padre verso di lui).

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Scopro che il bosco davanti alla mia vecchia casa a Cervinia è disseminato della mia firma su dei pezzi di legno. Chiedo ad Anfreda se non fosse stato meglio prenderli perché si stavano rovinando e lei mi risponde di no. Nel mentre vedo passare delle persone con delle valigie e riconosco fra di esse Arale. Le corro incontro e le salto al collo. Andiamo in camera sua, dove mi dice che sua mamma si era suicidata perché lei le aveva detto che voleva avere la sua libertà di pensiero. Per consolarla le racconto della mia morte, ma lei mi fa notare che in quel momento sono un uomo. Mi affaccio alla porta per chiedere il perché ed una voce mi risponde: "Aspetta con i giorni".



27 Agosto 2012 - Che realtà è mai questa?

Premessa: per tutto il sogno parlo un inglese fluente e morbido.

Mi trovo nell'Era dei Robot. Un mio amico sostiene di essere Batman. Tenta di convincermi impietosendomi con occhietti languidi e Bat-trucchetti. Saliamo al suo rifugio con un ascensore pachidermico, invisibile e, dunque, segreto e, arrivati, insulto l'altro mio compagno di viaggio dicendo: "Entrando in un appartamento di un robot, la cosa più logica che puoi fare è andare a sinistra. Non ti sbaglierai mai". Percorso il corridoio, ci affacciamo alla finestra: andava di moda spararsi dei proiettili di polline giallo, i quali però, a volte, venivano sostituiti da dei pallini di plastica gialli. Erano stati installati dalla Polizia dei dispositivi strani che, quando captano i colpi di plastica, si gonfiano, si fanno tutti neri, a forma di arabo, e ti sparano contro dei pallini di piombo.
Decidiamo di scendere in strada e T mi dice di proteggere sua sorella. Istintivamente mi getto su una bambina bionda che, subito, scoppia a piangere. Allora capisco che sua sorella è una pianta. Messa sotto da una macchina, si rompe il gambo. La raccolgo: aveva nel complesso dei petali le fattezze di un volto femminile angelico. È viola e non pareva sconvolta per l'accaduto. Io la rincuoro dicendole che sarebbe sopravvissuta in quanto bastava innestarla in un'altra pianta. Ciò di cui non tenevo conto è che sarebbe diventata una specie di parassita.



1° Settembre 2012 - Deformatore

Sono a Cervinia. Si sta svolgendo una qualche manifestazione al Campetto, come sempre. Arriva il momento dei giochi pirotecnici, ma non si tratta di semplici fuochi d'artificio, sono bensì di qualcosa di più insolito, di più magico. Dopo la deflagrazione, le scintille prendono vita e, sotto forma di Stickmen, formano varie figure, come se stessero facendo nuoto sincronizzato, ed effettuano combattimenti tra di loro.
Io mi godo lo spettacolo sulla pista, con lo snowboard ai piedi, un po' più in su di dove una massa enorme di roccia costringe la pista a curvarsi a sinistra, allineandosi alla neve fresca. A quanto pare, è in programma una valanga programmata: io ne ero all'oscuro. Ecco dunque che delle scintille ninja incominciano a tagliare la neve, come piccole rotelle per la pizza. Iniziano a scivolare l'uno sopra l'altro i banchi di neve e, sgretolandosi, creano un mostro di neve che comincia la sua corsa a valle. Resomi conto del pericolo, tento di salticchiare più in alto possibile, ma, per un soffio, la valanga mi accarezza. Mi faccio allora coraggio e prendo velocità, tentando di rimanere a galla. Come se non bastasse, inizia a sgorgare sotto la neve della lava, la quale rende la neve una specie di melma fluida cementosa. Fortunatamente mi inabisso quando oramai la valanga si stava fermando e rimango bloccato coi piedi nella neve. Nel frattempo lo spettacolo non era giunto a termine perché era previsto ancora uno air show. Per l'Aeronautica Militare Italiana si sarebbe esibito Leu, il mio migliore amico, il quale, attrezzato di una sottospecie di deltaplano di carta legato al braccio teso in un saluto romano, avrebbe dovuto innalzarsi nel cielo. Come in un videogame, vedo attraverso i suoi occhi e muovo il suo corpo. Sfruttando le correnti ascensionali inizio il mio decollo e mi dirigo dove c'era stata la valanga. Mi vedo e mi faccio segno che è tutto OK. Devo stabilire un nuovo record. Proseguo fino a dove il vento me lo permette e, non appena metto piede a terra, il cielo si illumina della scritta "1800 m". Contento per l'impresa, scendo un po', mi aiuto a liberarmi e lascio il corpo di Leu per poi accompagnarlo a fine pista per una marcia della vittoria.

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